Beppe Grillo e la libertà di coscinza

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La gravità della scelta di Beppe Grillo, il dietro front, in merito alla libertà di coscienza che lascia ai senatori del Movimento cinque Stelle sul DDL Cirinnà, non è solo dovuta all’atto vile nei confronti di cittadini che sono ancora di fatto, di fronte alla legge italiana, cittadini di serie B, ma è dovuta anche all’ambiguità di una scelta contro la linea, e cavallo di battaglia, di tutto il movimento che si presenta innovotore rispetto alle forme classiche partitiche. Ci riferiamo al fatto che una delle cose che spesso Grillo ribadisce è proprio l’importanza delle scelte della base, ovvero le votazioni che avvengono attraverso il sito/blog di Grillo a testimonianza di una democrazia diretta partecipata. L’esito delle votazioni, presente nel blog del leader del M5S, tenutasi a fine ottobre 2014 (a cui ho partecipato essendo iscritta da anni), è sotto gli occhi di tutti: ben oltre 21.000 a favore, contro meno di 4.000 contrari; una vittoria dei sì schiacciante. Ora, ci chiediamo: dov’è questo rispetto della base? dov’è il rispetto dell’esito della votazione già avvenuta e della tanto decantata democrazia dal basso? Grillo scrive: Continua a leggere

Maria Maddalena santa o peccatrice

Uno dei personaggi più controversi della storia cristiana, Maria Maddalena (di Magdala) sicuramente è una presenza importante nella vita del Cristo, più di quanto la Chiesa canonica abbia fatto trapelare, infatti una Chiesa fondata sul ministero di Pietro è volontariamente maschile o maschilista. La figura di Maddalena, però, non si può prestare alle recenti speculazioni da new age, in quanto prive di fondatezza storica (non va dimenticato infatti che ciò che è possibile non è reale).

Atlantide dedica attenzione a una Personalità sicuramente da rivalutare nella storia del Cristianesimo e della civiltà europea.

Prodotto: Atlantide

Genere: Religione

Durata: 45:19

Il Liocorno – Il Santo Graal letteratura storia e leggenda col Prof. Paolo Lopane

Il Santo GraalRe Artù, il Calice dell’ultima cena di Cristo, la Pentola Magica, i Merovingi, la Maddalena, Rennes Le Chateau, tutto questo e molto altro in una serata dedicata a uno dei misteri più affascinanti della storia.

Sabato 22 settembre, h. 20.30, il Liocorno riapre la nuova stagione 2012/2013 con il primo evento in programma: “Il Santo Graal tra letteratura, storia e leggenda” con il Prof. Paolo Lopane, storico, medioevista, membro della Società Storia Patria per la Puglia, con filmati, testimonianze, interventi del pubblico; coordina Rosaria Iodice.

Prenotazione obbligatoria fino ad esaurimento posti. Contributo 5.00 euro compreso consumazione finale. Info e prenotazioni: 3473083308 – tel/fax 0809924878

Il Liocorno è in Via Nicolanton​io Giannini 37, 70020 Bitetto (BA)

Storia proibita del 900 italiano – La questione omosessuale

Un’ interessante storia di come l’omosessualità, nel ‘900 italiano, venne vissuta, attraverso le leggi, i costumi, la stampa e le battaglie. History Channel ha voluto proporre uno spaccato della storia italiana poco raccontato e conosciuto.

Prodotto: History Channel

Genere: Documentario

Durata: 55 min.

La poesia della storia al Liocorno di Bitetto

La poesia della storia l’ho vissuta l’altra sera, come sempre, al Liocorno di Bitetto. Questa mia riflessione sulla serata:  “Il mistero dei Templari” non è da esperta, tantomeno da appassionata. La storia dei Templari non mi ha attirata mai più di tanto in passato; ha suscitato una lieve curiosità che ho subito frenato a causa dell’uso ed abuso che si è fatto dell’utilizzo dell’immagine dei Sacerdoti Guerrieri. Domenica 15 gennaio, però, l’illuminazione. Finalmente ho sentito musica per le mie orecchie. Le parole del prof. Lopane, storico ed esperto delle questioni Templari, mi hanno rassicurata. Era dai tempi dell’Università che non sentivo spiegazioni serie, coerenti e, soprattutto, razionali. Sui Templari si è detto di tutto e si sono costruite montagne di scemenze e di storie da cui, poi, c’è chi ne ha ricavato un ritorno economico. Questa è la ragione per cui sono stata sempre diffidente a riguardo. Con la serata al Liocorno ho potuto constatare, ed avere conferma, che molte montature sono state costruite a dovere da coloro che considero gli intellettuali della peggior specie (se intellettuali si possono definire): i giornalisti, coloro che ci hanno marciato nel costruire storie inesistenti, senza alcun fondamento storico-documentaristico. Ora, i giornalisti sono per definizione dei cronisti e, in quanto tali, l’effetto del loro lavoro è quello di creare e orientare l’opinione pubblica, per questo il loro lavoro è delicato e pericoloso e dovrebbe implicare una certa etica; spesso però ci si imbatte, oltre che nei servi del potere, anche negli pseudo-ricercatori , negli pseudo-intellettuali e, aggiungerei, negli pseudo-uomini. La differenza fra un cronista-giornalista inventore di storie e creatore di opinioni ed un filosofo vero, uno studioso accademico, ma anche uno studioso privato appassionato (anche se si deve ammettere che non tutti i privati hanno certe caratteristiche, vincolanti per gli accademici e per i filosofi accademici, possibilmente per i filosofi in generale), è che questi ultimi vivono il loro lavoro con quello spirito scientifico che il cronista non riesce nemmeno a concepire, semplicemente gli intellettuali seri sono ricercatori della verità. Con questo non intendo sostenere l’assenza di impegno e di lavoro in ciò che i cronisti fanno, bensì l’assenza di scientificità, di metodologia. Al Liocorno, finalmente, dopo tanto tempo, ho risentito la musica dell’esperto, della fondatezza, della scienza, della ragione. Il blaterante vociferare delle sciocchezze leggendarie è svanito come un’entità caduca che si frantuma di fronte alla solennità della Verità.

Il triangolo nero e il triangolo rosa – i triangoli della discriminazione – Paragraph 175

I rispettivi triangoli nero e rosa sono, oggi, i simboli della discriminazione sociale e sessuale delle donne e degli uomini omosessuali nell’epoca nazista. Il 27 gennaio è la giornata della memoria, è la giornata dedicata al ricordo di quello che è stato l’orrore più sistematico nella storia dell’umanità: l’Olocausto. Ancora oggi, però, pochi sanno che, oltre agli ebrei, zingari, avversari politici, furono perseguitati e deportati nei campi di concentramento anche molti omosessuali, questi ultimi vennero distinti tra omosessuali uomini e omosessuali donne. L’omosessualità maschile fu vista come un fenomeno ancora più grave rispetto all’omosessualità femminile in quanto i primi, oltre ad avere l’obbligo di far proseguire la razza ariana, costituivano un motivo di vergogna per la stessa e una vera minaccia per la gioventù del “nuovo popolo” che si affermava. Le donne, invece, che erano già considerate inferiori, furono, per dir così, più tollerate ideologicamente, ma non nei fatti, perchè la loro omosessualità non impediva comunque la procreazione e, quindi, la discendenza della razza stessa. Si verificò così una discriminazione nella discriminazione. Possiamo notare la violenza psico-fisica che subivano queste donne, in quanto garanzia di sopravvivenza era il matrimonio ovviamente eterosessuale. I gay, invece, non avevano scampo in quanto l’omosessualità non garantiva la procreazione e l’ottica in cui li si vedeva era quella di una sessualità finalizzata al solo piacere egoistico. In tutto ciò possiamo notare il totale annullamento della Persona in quanto tale. L’individuo, nell’epoca nazista, non era considerato, ma la sua importanza era in rapporto al suo essere parte di un tutto omogeneo conformato fino all’estremo. La persona, con i suoi affetti, pensieri, sentimenti, è annullata in nome dell’ideologia e della mera riproduzione demografica della razza considerata pura. Quello che oggi mi fa rabbrividire è notare le analogie delle motivazioni di allora con le motivazioni di adesso portate avanti da alcuni politici italiani e dalla chiesa stessa. Per farvi comprendere a pieno vi riporto un brano del Paragrafo 175 della legge nazista contro gli omosessuali e potremo notare che non ci sono tante differenze tra alcune “affermazioni” di allora e le affermazioni di oggi: Continua a leggere

Il Liocorno presenta: Io & Miryam – storia di un amore omosessuale negli anni ’40

Sabato 5 febbraio e domenica 6 febbraio rispettivamente alle 21:00 e alle 19:30 a Bitetto-Bari, l’Associazione Culturale Liocorno presenta: Io & Miryam Continua a leggere

+ o – il sesso confuso, racconti di mondi nell’era AIDS

“…l’aids ha bruciato un sogno, ha ridotto enormemente le prospettive,
ha chiuso l’obiettivo, ha ristretto il campo nelle possibilità di vita di ciascuno di noi”

un film documentario per ricostruire la storia di un virus e di c Continua a leggere

Al ritorno dalla valle degli Elfi

Vi chiedo di non rendere questo post fonte di scandalo per voi, sia per un tratto che ho scritto sia per come è stato scritto tutto il post. Raccontando questa avventura elfica ho deciso che sarebbe uscita la parte più vera di me, perchè, semplicemente, certe esperienze come questa sono incisive per la personalità e mettono a nudo certi modi di essere più autentici contro formali ipocrisie. Questa esperienza, come mi ricordava sempre Attilio, è come uno specchio, ti mette a nudo e ti dà la possibilità di guardarti dentro, effettvamente spetta poi a noi su come, quanto e quando far fruttare la stessa. Nel tempo, ovviamente, certi momenti dell’esperienza elfica, e il racconto di esperienze che sto vivendo attualemente, mi ritorneranno in mente durante la vita, è più che naturale, la memoria funziona per rievocazione e somiglianze e certe cose, apparentemente lontane, possono far rivivere e approfondire quel che si è già vissuto. Amici mi hanno detto che non ho raccontato le cose più belle di questa esperienza, ma non posso o non riesco a raccontare quel che le emozioni provano, quello che le sensazioni risvegliano. Vi dico solo, amici miei: non abbiate paura del nuovo, vivete!

Vi scrivo adesso dopo un bel po’ di tempo. Sono al ritorno dalla valle degli Elfi nella sala di attesa della stazione di Bologna, ho lo zaino molto pesante e, per come sono conciata, sono d’aspetto pari al barbone che mi è seduto di fronte; ho il treno espresso diretto per Bari alle 23:15 e adesso invece sono ancora le 18:20. Un caffè e un cornetto dal nome nutelloso mi hanno fatto passare un’oretta qui in stazione, per il resto è ancora da vedere, deve ancora arrivare. Posso dirvi che sono distrutta, ma piena e felice per questa esperienza. Non nascondo la malinconia che provo, l’aver lasciato gli amici del villaggio Aldaia, non ho avuto, purtroppo, la possibilità di salutare tutti, alcuni mancavano quando io e Attilio siamo dovuti scendere a Piccolo Burrone per la festa della luna. E’ un momento difficile per me adesso, tra la stanchezza, la sporcizia che ho addosso e il dolore addominale che mi è venuto, sarà stato il brusco sbalzo alimentare in quanto, nell’ecovillaggio, ho mangiato prevalentemente alimenti autoprodotti. Adesso so solo che vedo le cose in modo diverso, in un’altra occasione, forse, mi sarei seduta lontana dal barbone come hanno fatto tutti i presenti nella sala d’attesa della stazione, invece, istintivamente, senza riflettere, mi è venuto di sedermi esattamente di fronte al barbone (non accanto, ho l’impressione di disturbarlo); lo sento vicino a me, lo vedo come uno di quei viandanti che il villaggio elfico ospitava, anche solo per una notte.

Piccola pausa: scarica di dissenteria… forse sbalzo d’aria (condizionatore nella sala d’attesa), o di alimentazione, o di visione di vita, non lo so fate voi, una ragione deve pur esserci.

Dunque, dicevo… quel barbone è quel genere di persona che passava dall’ecovillaggio Aldaia e si trovava a raccontare la sua storia, la sua vita, raccontare anche storie che vanno dal divertenti alle assurde, insomma uno dei personaggi di una sera che concedevano un pezzo della loro vita narrata. Adesso mi sento più vicina a loro , ai viandanti stanchi , mi sento anch’io un po’ senza tetto, un po’ straniera in questa triste frenesia dei viaggiatori dai vestiti comodi, ma sempre belli.

Quella casa aperta al mondo, quella comunità che accoglie il nuovo con ovvia naturalezza… all’improvviso ricordo quando abbiamo fatto il pane, il pane elfico dal grande forno a legna, tutto questo lo ricordo mentre due ragazzi americani seduti di fronte, ma di spalle a me (posizione dovuta dal nuovo posto derivato dalla pausa) che, conversando, bivaccano mangiando cibo del McDonald.

Ciò che mi è intorno lo sento così lontano da me, così distante, al punto da sentire me stessa così sporca e imbruttita dalla stanchezza.

Bologna 17 agosto 2008