Gli italiani come i brasiliani

L’Italia e gli italiani come i brasiliani col Brasile. L’ho visto, l’ho sentito, l’ho percepito durante la semifinale con la Germania all’europeo 2012. La sfida fra le due nazionali non è stata solo una questione calcistica, ma politico-sociale, gli italiani sono palesemente incazzati con la Germania della Merkel e l’anti europeismo è confluito nella sfida sportiva per il titolo europeo. L’Italia, oggi, è diventata come il Brasile, quest’ultimo, infatti, è un grande paese con grossi problemi di povertà, noi italiani con questa crisi, diciamolo apertamente, “siamo diventati poveri” e come i brasiliani, adesso, lo sport più seguito del bel paese è vissuto come valvola di sfogo della frustrazione ed è diventato occasione di riscatto. Durante la semifinale gli italiani erano in campo con i giocatori per dare un calcio alla Germania della Merkel, per dare un calcio alla crisi, alle banche, al debito pubblico; c’eravamo tutti, più o meno incazzati, più o meno tifosi, abbiamo esultato quando l’italiano-ghanese ha realizzato i due bei goal, in barba a una frangia di Italia razzista.

L’europeo 2012, però, si è macchiato di crimini verso gli animali, i randagi che popolano le strade dell’Ucraina sono stati vittime di atroci uccisioni, il paese dell’est si è dimostrato “degno di sé”, a volte, anche su altri fronti, le vittime diventano carnefici. Il lato oscuro e spietato di questo europeo non potrà essere lavato da nessuna vittoria.

Infine questa Italia del calcio, questi italiani sportivi, spero non dimentichino la vergogna del calcio scommesse, le vittorie non cancellano il disonore. Una domanda, fra tutte, i calciatori italiani dovrebbero porsi: hanno davvero bisogno di quel modo meschino di vivere lo sport? Il talento c’è, il cuore c’è, si è visto, allora a testa alta e con onestà d’animo conquistino l’Europa con la dignità costante di uno sport pulito con la gioia di giocare, la forza di esserci e la voglia di vincere.

Gli italiani come i brasiliani