Bari: cicloraduno Critical Mass e mini cicloescursione

…in più RUOTALIBERA FIAB organizza: 1° novembre 2008

 

Ognissanti di Cuti

Bici in famiglia a cura dell’Associazione RUOTALIBERA Bari

ORARI

  • Raduno ore 9.00, Parco 2 Giugno, V.le Einaudi, Bari
  • Partenza da Bari ore 9.15 .
  • Rientro in bici, con arrivo a Bari alle 13.00.

ISCRIZIONI

Si effettuano il 28 ottobre presso la sede di Via De Nittis, n. 42 (20.30-22.00). Il costo dell’escursione, comprensivo dell’assicurazione, è di Euro 3.00 per i soci e, a titolo promozionale, anche per i non soci alla prima escursione.

NOTE TECNICHE

  • Lunghezza del percorso in bicicletta: 35 km . Difficoltà: bassa
  • E’ obbligatorio partecipare con biciclette in buona condizione, dotate di cambio e freni efficienti. Controllate la vostra bici in anticipo, munitevi di almeno una camera d’aria di riserva e del necessario per le riparazioni d’urgenza.
  • Ognuno per sé e tutti per il capogita, che vi ha organizzato un lauto pranzo.
  • E’ consigliabile munirsi di mantellina per la pioggia e di un cambio di riserva.
  • Ricordate che il buon senso impone l’uso del casco e che il viaggiare in bici non ci esime dal rispetto del codice della strada. Inoltre va rispettato il regolamento di gita.
  • L’associazione non si assume alcuna responsabilità per incidenti e danni a persone o cose che dovessero verificarsi nel corso della giornata. L’iscrizione costituisce autodenuncia di buone condizioni fisiche e mentali.
  • L’itinerario è a cura dell’associazione RUOTALIBERA Bari.

Essere se stessi

L’ultima domenica di questo mese (ottobre 2008) sono stata al mercatino del baratto e dopo aver fatto il piacevole incontro di amici, verso l’orario di chiusura del mercatino io e myr abbiamo deciso di “partecipare” al baratta-pensieri, una delle simapatiche iniziative presenti al mercatino. Abbiamo estratto un bigliettino e in cambio abbiamo scritto un pensiero in un diario. Myr, mi ha invitata a trascrivere nel blog quello che ho trovato nel mio bigliettino e così ho deciso di accogliere il suo invito. Purtroppo però, notando l’assenza della firma, mi hanno confermato che l’autore/trice è anonimo/a. Il pensiero ricevuto in scambio si intitola:

Essere se stessi

Sforzarsi di raggiungere i valori più alti dello spirito – la saggezza, la felicità, la pace… – è meno naturale che vivere semplicemente la propria vita, giorno per giorno, coerentemente con ciò che si è.

L’albero non si preoccupa di produrre dei frutti, ma ha cura di sviluppare le sue radici nella terra fertile e di protendere i suoi rami verso i raggi del sole: i frutti verranno di conseguenza, perchè la vita tende spontaneamente a progredire verso la perfezione. Così è anche per l’uomo: non è affronatndo grandi enigmi per scoprire chissà quali verità, nè cristallizzandosi sui dogmi delle dottrine o atrofizzando gli istinti più naturali come fossero delle colpe che svilupperà delle virtù più nobili, bensì salvaguardando la propria armonia interiore, come fosse l’armonia del mondo intero. E questo si ottiene scegliendo in ogni cosa il bene, ovvero ciò che, comunque le cose andranno, non lascia traccia di inquietudine nè ombra di rimpianti nel nostro cuore, ma accresce l’intensità della nostra pace interiore.

L’anima che rimane fedele a se stessa non si vergogna di come vive nè si pente delle proprie azioni e tende ad acquistare un tale equilibrio che con la sola presenza induce le persone che ha intorno a riconciliarsi con i propri conflitti e intravedere un futuro migliore.

Dobbiamo sempre iniziare da noi stessi per armonizzare il mondo, perchè il cuore delle persone è la sorgente dalla quale il mondo attinge direttamente e vale più un uomo sincero con se stesso di una legione di missionari ipocriti.

Il blog, uno specchio. Vale la pena sputtanarsi?

Confesso di avere qualche difficoltà nel conoscere gente nuova in questo periodo. La mia intrinseca timidezza o introversione si fa sentire. Vorrei tanto ritornare allo stato elfico senza pudore, nella libertà assoluta… la civiltà mi spaventa, persino lo scrivere pubblicamente in questo blog mi fa temere il giudizio altrui. Molte volte mi sono chiesta se fosse giusto scrivere anche sfoghi personali, aspetti privati dei miei umori. Diciamolo, molte volte mi sono chiesta se fosse giusto sputtanarsi in questo modo. Ma sempre mi sono risposta che è giusto mostrarsi per quel che si è. Dai momenti di riflessione, ai momenti di sfogo, ai momenti di pura malinconia e, perchè no, anche di solitudine. Non sempre ci si sente a posto col mondo, ma con questo blog ho forse inconsciamente deciso di liberarmi un po’ di alcune mie paure. Sartre aveva ben compreso che lo sguardo altrui ci giudica continuamente, è sempre lì a metterci in soggezione. Ma più di ogni altro è la nostra paura dello sguardo dell’altro che ci mette realmente in soggezione. L’esperienza più profonda che possiamo fare di noi stessi, il contatto più autentico col nostro io, è l’unica esperienza che ci libera dai sostrati che lo stesso io si crea. L’esperienza desoggettivante è forse la via della liberazione, liberazione dai giudizi su noi stessi, dallo sguardo che, prima di essere quello altrui, è il nostro.

Va bene allora, sputtaniamoci! fanculo!

Bari, 24 ottobre 2008

Inaugurazione della pista ciclabile e mercatino del baratto

 VENERDI’ 24 OTTOBRE INAUGURAZIONE PISTA CICLABILE VIALE UNITA’ D’ITALIATUTTI IN BICI ALLE 9,45 ALL’INIZIO DELLA  CICLOPISTA DA LARGO 2 GIUGNO

Venerdì 24 ottobre alle 10 inaugurazione ufficiale della pista ciclabile di Viale della Resistenza/Viale Unità d’Italia. Appuntamento per tutti alle 9,45 in punto, chiaramente in bicicletta, all’inizio della ciclopista da Largo 2 Giugno. In testa al gruppo di ciclisti l’Assessore alla Mobilità Ing. Antonio Decaro.
Mercatino del baratto                               Domenica 26 ottobre                                                                     dalle 10.00 alle 13.00

                   cortile Chiesa Russa

 

Porta I tuoi libri, cd, dvd, giornalini, giocattoli, vestiti, elettrodomestici e tutto ciò che vuoi e   scambia con ciò che desideri: E’ gratis!

 

A cura del Gruppo consumo critico Adirt

L’appuntamento, come ogni ultima domenica del mese, si rinnova il 26 ottobre presso la sede della Chiesa Russa e della VI Circoscrizione Carrassi-S Pasquale di Bari, che supporta da quasi un anno un’iniziativa che ha l’intento di riprendere una pratica antichissima e ancora molto diffusa in diversi paesi nel mondo, secondo la quale le persone, non possedendo denaro scambiano I propri beni attribuendo agli stessi un valore che prescinde da quello economico e che è legato alla sfera dei ricordi, dell’utilità e delle qualità intrinseche dell’oggetto.L’iniziativa, distribuita nell’arco della mattinata, è aperta a tutti i cittadini. I partecipanti al baratto dovranno presentarsi nella sede della VI Circoscrizione, provvisti di uno o più oggetti da scambiare. Tali oggetti potranno essere scambiati, tramite contrattazione con altri presenti al momento della trattativa. Naturalmente, lo scambio avviene solo se entrambe le parti sono favorevoli. Buona regola sarà quella di portare con sé oggetti in buono stato di conservazione e funzionanti.

 

Perchè il mercatino del baratto?

 

Perchè è necessario educare I giovani ad un consumo consapevole che li spinga a guardare a scelte diverse, responsabili e di lungo periodo, di cura e rispetto per l’ambiente. La scuola deve aiutare I ragazzi a comprendere che ogni acquisto determina delle scelte socio-economiche globali e che spesso gli acquisti più innocui contribuiscono allo sfruttamento del lavoro minorile e all’armamento di popoli in guerra.

 

Perchè occorre educare I giovani alla salvaguardia dell’ambiente. Oggetti scarsamente utilizzati si accumulano negli sgabuzzini in attesa che qualcuno li utilizzi, oggetti che in gran parte finiscono per essere abbandonati in un cassonetto dell’immondizia, alimentando gli inceneritori di plastica che liberano sostanze inquinanti e nocive per la nostra salute. Ma questi oggetti, inutili per qualcuno, possono invece risultare utilissimi a qualcun altro: è questa la magia del mercatino del baratto!

Decalogo della decrescita felice

Eco-nomia = De-crescita

Qualunque cosa facciano il Sistema, le grandi imprese, i media, gli Stati, le istituzioni internazionali, gli eserciti… noi possiamo rispondere con la democrazia diretta: forme di vita e di consumo libere da globalizzazione e sviluppo economico.

1. Alimentazione. Consumate tutti i prodotti selvatici che potete e raccoglieteli voi stessi con metodi conservativi. Consumate tutti gli alimenti autoprodotti che potete. Fate in modo che gli alimenti siano biologici, locali, artigianali… Se non avete l’orto né possibilità di averne uno, associatevi a una cooperativa, piantate sul terrazzo di casa, proteggete il piccolo commercio e le reti locali, comprate direttamente da agricoltori e fattori. Se potete, fate lo yogurt, il pane, i dolci… Rifiutate i prodotti delle grandi marche convenzionali, la modificazione genetica, gli alimenti molto pubblicizzati in televisione, il cibo spazzatura… Ringraziate per gli alimenti che mangiate ogni giorno. Diminuite più che potete l’ingestione di proteine animali, molto cara ecologicamente parlando. Consumate i prodotti di stagione. Cucinate a fuoco lento. Evitate il cibo precotto. Conservate e/o proteggete le ricette, le varietà e le tradizioni locali. Nell’India Vedica, il cuoco ricopriva una posizione sociale importante quasi quanto quella di un brahamani o di un medico.

2. Società. Mantenete unita la vostra famiglia. Tessete alleanze con i vicini, con i genitori dei compagni di scuola dei vostri figli (se vanno a scuola), con i colleghi di lavoro, con tutta la comunità e soprattutto con i familiari più stretti e lontani e con i vostri amici. Associatevi a cooperative, spacci, reti di consumo locale… Proteggete il piccolo commercio e le eco-nomie locali, gli artigiani e gli agricoltori locali. Promuovete il modello di società mediterranea, cordiale, semplice. È ecologico, salutare e dona il buon umore.

3. Energia. Risparmiate tutta l’energia possibile. Riciclate energia. Cercate di fare un uso efficiente dell’energia. Traete il miglior profitto dall’energia che utilizzate. Consumate, nella misura delle vostre possibilità, energia che provenga da fonti rinnovabili. Investite, nella misura delle vostre possibilità, in fonti energetiche rinnovabili. Diffondete, nella misura delle vostre possibilità, le fonti energetiche rinnovabili al lavoro, a casa e nei centri di studi…

4. Cultura. Fuggite dall’omogeneizzazione culturale globale e dall’impero anglosassone (e da qualunque altro impero). Siate creativi, partecipativi. Non siate meri spettatori passivi. Proteggete le culture autoctone, le lingue locali, la cultura rurale, i segni culturali distintivi di ogni popolazione (sia rurale o urbana)… Proteggete le radici, il passato, le differenze, la biodiversità culturale… senza fanatismi. Proteggete gli artisti locali e le piccole industrie culturali di ogni zona. Disprezzate la clonazione culturale, sterile e di cattivo gusto. Dalí disse: ?Solo l’ultralocale può diventare universale”. La cultura locale, l’arte in famiglia, le tradizioni proprie… favoriscono l’identità. Senza identità e senza rispetto per il proprio passato (attenzione, non confondetevi con le mentalità chiuse), nessuno è niente. Rispettate le culture orali. Diffidate dei sistemi culturali verticali. Ricordate che dall’università sono uscite milioni e milioni di persone che hanno attentato contro l’uomo e la Natura (e alcuni/e studiosi/e stimati/e).

5. Denaro e consumo. Disprezzate l’usura. Disprezzate la speculazione. Favorite l’eco-nomia. Cercate di non utilizzare denaro elettronico. Incentivate il prezzo equo, il baratto, lo scambio, le monete alternative, i prodotti verdi… Disprezzate le modalità di pagamento posticipato. Evitate lo Stato e le sue tasse più che potete perché la maggior parte di quel denaro non viene utilizzato per fini sociali ma per proteggere lo Stato stesso, l’esercito… Praticate la disobbedienza fiscale ogni volta che potete. Se vi avanzano dei soldi, per qualunque ragione, condivideteli: una volta soddisfatti i bisogni personali, ciò che non si dà… si perde. Evitate il consumo superfluo, compulsivo e inutile. In questo modo evitate di sprecare energia, di produrre rifiuti e di perpetuare il Sistema… Fate in modo che il vostro consumo tenga sempre in considerazione i criteri ambientali, sociali, etici…

6. Lavoro. Fate in modo che il vostro lavoro sia lecito. Ovvero, che abbia il minimo impatto possibile sulla Natura e che non implichi il maltrattamento o il disprezzo di altri esseri viventi, incluso l’essere umano. Fate in modo che il vostro lavoro sia il più verde possibile. Fate in modo che vi lasci tempo libero a sufficienza per progredire spiritualmente, emozionalmente… e per dedicarvi alla famiglia e alle attività che ritenete opportune, siano esse artistiche o sociali… Fuggite dai lavori che fomentano l’usura e la speculazione, il commercio disonesto, lo spreco e il consumo compulsivo, l’inganno al consumatore, la globalizzazione… I lavori artigianali, locali, a dimensione umana, sono lavori che fomentano l’eco-nomia. Se hanno a che vedere con l’agricoltura biologica, le energie rinnovabili, la rilocalizzazione dell’economia, la salute naturale, l’unione della comunità… meglio. Fate in modo che il vostro lavoro non metta mai in pericolo l’esistenza delle generazioni future.

7. Salute. La salute è equilibrio. Favorite il vostro equilibrio e quello della vostra famiglia. Sostenete una dieta e delle abitudini sane, un lavoro e una casa salubri, fuggite dallo stress e da tutte le situazioni che provocano confusione mentale e problemi inutili. Studiate le forme di salute tradizionali, perché vi serviranno. Autogestite la vostra salute e quella della vostra famiglia fin dove vi è possibile. Considerate il mondo della salute come un tutto olistico, che include la dieta, le questioni ambientali, il luogo in cui abitate, il lavoro, il mondo spirituale, la famiglia… Fuggite da ogni tipo di aggressione. La medicina allopatica può avere i suoi lati positivi, a cui si può ricorrere in momenti determinati, ad esempio la diagnosi.. Anche la morte fa parte della vita.

8. Politica. La politica attuale e in generale, salvo eccezioni, tutto il sistema politico… vive agli antipodi della decrescita economica. Ci sono partiti più o meno sensibili ai problemi ambientali e/o sociali, ma, la maggior parte di essi non si azzarda a mettere in questione il modello attuale di sviluppo economico. Al massimo, parla di una descrescita sostenibile; ma, il problema è che la crescita e la sostenibilità sono, come sappiamo tutti, incompatibili. L’unica alternativa possibile è il bioregionalismo, che ha poco a che vedere con i partiti nazionalisti attuali, perché il bioregionalismo implica una decentralizzazione assoluta e radicale. Il modello sarebbe più vicino a un mondo organizzato su piccole regioni autogestite che a sistemi nazionalisti convenzionali.

9. Tecnologia. La tecnologia non è neutrale. La tecnologia punta sullo sviluppo economico e sulla dittatura tecno-scientifica. La tecnologia e la scienza hanno creato una nuova religione, i cui dogmi sono “raccomandati” alla popolazione attraverso i mezzi di comunicazione di massa. Evidentemente, nell’attualità, in un luogo come la Spagna, sarebbe molto difficile tornare a vivere di caccia, a raccogliere frutta dagli alberi e voltare completamente le spalle alla società tecnologica. Tuttavia, ci sono diversi livelli… di integrazione al mondo tecnologico. Attraverso determinate abitudini di consumo, di vita e scelte quotidiane, possiamo sabotare il mondo tecnologico e le imprese, gli stati, gli eserciti, le macchine… che stanno dietro di essi. Da un lato, senza arrivare a posizioni di luddismo radicale, conviene vivere il più lontano possibile dal sistema tecnologico, che distrugge la Natura e la società umana. E dall’altro, conviene favorire le tecnologie più artigianali, a dimensione umana, sottoposte a un controllo sociale, facile, accessibile e diretto. Senza bisogno di diventare degli Amish, è possibile indirizzare la nostra esistenza verso forme di vita meno dipendenti dal mondo tecnologico. O, almeno, dagli aspetti più demenziali e aberranti dell’universo tecnologico attuale.

10. Spiritualità. Il futuro sarà spirituale o, semplicemente, non ci sarà futuro. Lo studio delle confessioni tradizionali che sono esistite su Gaia ci possono servire d’ispirazione. Questo gran cambiamento di paradigma che implica la decrescita economica è possibile solo nel segno di un cambiamento di paradigma olistico molto più profondo, che includa il mondo spirituale. È impossibile contenere i desideri e la propensione al consumismo, se parliamo di miliardi di persone, senza tener presente la saggezza che emana dai libri sacri e dalle culture orali delle diverse tradizioni del mondo (attenzione, non confondete la tradizione primordiale con guru da quattro soldi, né con le gerarchie ecclesiastiche più inclini alla forma che alla sostanza, né con tradizioni aberranti che non sono mai state consigliate da nessun santo). Ogni tradizione o maestro possiede virtù e metodi propri. Lì troviamo gli strumenti che dobbiamo comprendere e poi assimilare per andare verso una società dignitosa, giusta, libera e bella e in armonia con la Natura e il Cosmo. Nota importante: una vita a basso consumo non implica necessariamente una vita vuota spiritualmente ed emozionalmente ma, al contrario, la vita semplice porta, o può portare, a una vita spiritualmente più intensa nello stesso modo in cui il consumo compulsivo ha come obiettivo riempire il vuoto spirituale della società contemporanea.

Bari: la città del sole

Per una partenza necessaria di soli quattro giorni a Genova, “ho dovuto”, per cause che non dipendevano da me, prendere l’aereo. Chi è di Bari sa bene che l’aereoporto si trova a Palese e, per la cronaca, ha il nome di Karol Wojtyla. E’ stata la prima volta che ho preso l’aereo e, sinceramente, sono rimasta stupita dell’aereoporto di Bari. Una luminosità straordinaria che sembreva quasi di stare a Las Vegas. Mi sono detta subito: chissà quanta energia consuma, quanto spreco! E invece scopro che l’aereoporto di Bari Palese va ad energia solare. Ho anche avuto conferma da una vecchia notizia dello scorso anno sull’inaugurazione degli impianti fotovoltaici effettuata dall’assessore Losappio. Vedere i pannelli solari nella pista di atterraggio e di decollo, vedere una luminosità straordinaria e sapere anche che vanno avanti con l’energia pulita: ragazzi, è bellissimo! Ho visto la città del sole, ho immaginato la città di Bari organizzata con impianti di pannelli solari, ho visto e ho pensato alla citta del futuro. Ho sognato la città del sole, la nostra terra, la nostra città, la nostra regione. L’idea mi piace, la voglio reale, la voglio vivere, voglio il sole e la sua luce pulita, la sua luce che non è stata sporcata dal sangue delle guerre per le lotte di accaparramento del petrolio. La città del sole è la città del futuro. Sarò retorica, ma ho un sogno: vedere Bari e la Puglia che vanno avanti con un’energia pulita in tutti i sensi.

La vita: un cucchiaino storto

Mi sento angosciata per una discussione avuta con mia madre, una delle tante, l’ennesima. Sono quasi stanca di questo. Al ritorno dal “viaggio della speranza” sento il peso e la consequenziale solitudine nel dover incoraggiare una madre che si pone a peso morto o addirittura in modo ostile al proprio andare in contro. Dover fare da genitore alla propria madre per me è troppo difficile, soprattutto quando non so, io per prima, cosa significhi avere un buon genitore presente e premuroso.

Ho di fronte a me un cucchiaino storto. Un ricordo portato dalla valle degli elfi. Non un souvenir preconfezionato, bensì un cucchiaino che per me simboleggia molto. Questo cucchiaino, la sua punta, fu usata per riparare la foratura di una ruota della bici di un bimbo elfo. Forzando la punta del cucchiaino si è riusciti ad estrarre il copertone che avvolge la camera d’aria, infine la ruota, con i rispettivi interventi, è stata riparata, ma il cucchiaino, la sua punta, è rimasta storta; la forma che ha assunto è artisticamente ondulatoria, sembra uno di quei soprammobili di arte moderna new age dove non si capisce quando finisce l’arte e dove inizia il cattivo gusto. Il fatto è che all’improvviso mi furono offerti due cucchiaini per girare lo zuccherro di canna nel mio caffè e, nascondendo la punta, mi chiese, un amico Elfo, se preferivo il cucchiaino normale o il cucchiaino anormale. Ovviamente, attratta dallo stravagante, scelsi l’anormale e, come chiesto, mi diede questo bellissimo cucchiaino storto per girare il caffè. Fu particolare, per le simmetrie del tatto, il dover girare il caffè con la punta storta, la rotazione infatti non mi veniva spontaneamente simmetrica, ma tendeva a spostarsi verso il centro. Il cervello e la coscienza percepivano una nuova sensazione e un nuovo ordine tattile: era la novità in un gesto di quotidianità. Di questo simpatico aneddoto mi è rimasto il simbolo fisico: il cucchiaino storto. Non l’ho più voluto nemmeno lavare dal caffè e questo sembra dargli una connotazione di cimelio antico, ma soprattutto il suo essere storto per me ha un significato particolare; irregolare come la vita che non si può determinare, non si può prestabilire e, come l’essere umano imperfetto, quando vive veramente, si trova ad affrontare le novità e l’imprevedibilità che la vita stessa pone e, infine, come l’essere umano che può sentirsi storto e inadeguato, nonostante tutto, ci prova ancora, gira ancora il suo caffè.

Bari, 15 ottobre 2008

Linee guida per un sistema di istruzione più inclusivo

DECALOGO PER UNA SCUOLA DI TUTTI. Nel Regno Unito un ragazzo di 17 anni, gay dichiarato, che aveva appena concluso una storia sentimentale, minaccia di buttarsi da un parcheggio di 5 piani. La gente sotto lo filma col telefonino e urla «Salta! salta! vogliamo vedere come rimbalzi!».

Un ragazzo irlandese di 18 anni dice: «Qui la vita è brutta come sempre. Se ti dichiari a scuola è come se tu non fossi umano, come essere confinati su un‘isola deserta».

Una ragazza italiana di 20 anni dice: «Sono sempre stata terrorizzata a morte che qualcuno potesse scoprirmi e ben lontana dall’avere amicizie in classe. Questo mi ha fatto sentire in un ghetto. Non ci è stata data alcuna occasione di visiblità o integrazione».

Una ragazza svedese di 20 anni dice: «Mi sarebbe piaciuto che i miei insegnanti non dessero per scontato che tutti siamo etero. Erano etero che parlavano ad altri etero a proposito di qualcosa che non riguardava affatto certe persone nella stessa stanza… almeno è come mi sono sentita».

Ragazzi gay, giovani lesbiche, teen ager bisex o che si cercano, sono riuniti a Torino per una settimana intera in occasione di un incontro internazionale organizzato da IGLYO (Organizzazione che riunisce i gruppi giovani lgbt dei sincoli paesi).

Nell’ultimo report di Iglyo il 61 per cento dei ragazzi ha detto che a scuola si viene discriminati. È stato messo a punto un decalogo con la rete europea degli studenti (info su http://www.arcigay.it/istruzione-piu-inclusiva-persone-lgbtq). Sono chiamati in causa i prof, gli studenti, i dirigenti, la società.

Dice Fabio Saccà, Arcigay – Rete Giovani, che i ragazzi non ne possono più e stanno reagendo. Solo in Italia sono «nati o rinati venti gruppi, alcuni dei quali hanno fatto comparire spesso per la prima volta il movimento gay/lesbico in città come Rovigo, Pavia, Ragusa, la stessa Torino». Come si fa? I ragazzi si danno un sacco di coraggio e alle discriminazioni urlano «basta».

Delia Vaccarello – L’Unità 14 ottobre 2008

Dieci sono le aree di intervento individuate:
1. Educazione ai diritti umani
2. Educazione alla sessualità e all’affettività
3. Curriculum di Studi e Materiale di Apprendimento
4. Politiche anti-bullismo e altre linee di condotta
5. Accesso all’informazione e al sostegno
6. Sostegno esterno della comunità
7. Networking e Cooperazione
8. Sicurezza dell’ambiente
9. Mainstreaming
10. Democrazia scolastica
 

Annuncio di Beppe Grillo

 

Lo smog in città si combatte con le biciclette. A Milano lo smog è incentivato. Chi inquina di più, se paga, può entrare in centro in auto e avvelenare l’aria. Questa idiozia comunale è stata chiamata Ecopass, il pass ecologico. Chi prende la bici rischia invece la vita per la mancanza di piste ciclabili e di ogni tipo di supporto. Molti milanesi muoiono ogni anno sulle due ruote travolti dalle auto e dai camion. A Milano, diceva una canzone, non crescono i fiori e, oggi, neppure le bici.
Andare in bicicletta, per ora, non è stato ancora vietato dal governo della P2. Per questo il 14 novembre invito tutti i milanesi a prendere la bicicletta per recarsi in ufficio, a scuola o solo per farsi un giro. Anche i non milanesi sono invitati per visitare la città. Io ci sarò con una bici fiammante azionata dalla mia possente massa muscolare. Riprendiamoci l’aria delle nostre città.
Ascoltate l’intervista a Eugenio Galli, presidente Fiab Ciclo Hobby Milano e, soprattutto, guardate nel video le “ciclabili” di Milano.

Essere normale?

Vorrei buttare fuori un po’ di merda o di stress che ho dentro. Ho la musica di Fabri Fibra a palla in questo momento, sto facendo i miei soliti pesi che eseguo una volta alla settimana per tenermi almeno un po’ tonica, ma sento la bocca impastata, saranno tutte le birre tracannate ieri sera. Non sono andata a ballare, non sono andata a scopare, non ho fatto la figa in centro, ma ho solo conversato di tutto con amici. Sono stata bene, potevo essere io, volevo sentirmi a casa. Ho difficoltà, lo ammetto, a tirare fuori un po’ di merda che ho dentro, più o meno si ha sempre paura di come si appare agli altri, questa è l’altra faccia dello “sraniero”, quando lo straniero sei tu. Straniero con i tuoi coetanei, straniero in famiglia, straniero col mondo del lavoro, straniero all’università, straniero il sabato sera, straniero persino con alcuni amici. Si cresce strani, ragazzi, quando vieni su straniero col mondo, la vita, la tua e degli altri, ti passa davanti come se fosse un film. E’ difficile investire certa merda che hai dentro in modo costruttivo. E’ difficile crescere sani quando vivi e senti certe cose. Io ci provo ogni giorno, quasi, anche quando dormo…

Mi rendo conto che sto per iniziare a scrivere uan caterva di puttanate; con bocca impastata dalla birra, Fabri Fibra a palla, posso diventare pericolosa, ma meglio pericolosa che patetica, piangermi addosso è una cosa che non sopporto, credo, in alternativa, nei piccoli passi per tornare a galla. Forse in fondo, nonostante tutto, questa vita non è così male… . Ecco, non ho buttato fuori la merda che so di avere dentro, ma forse è meglio così, penso a riprendermi, penso a vivere continuando a vivermi.

Bari, 4 ottobre 2008