Beppe Grillo e la libertà di coscinza

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La gravità della scelta di Beppe Grillo, il dietro front, in merito alla libertà di coscienza che lascia ai senatori del Movimento cinque Stelle sul DDL Cirinnà, non è solo dovuta all’atto vile nei confronti di cittadini che sono ancora di fatto, di fronte alla legge italiana, cittadini di serie B, ma è dovuta anche all’ambiguità di una scelta contro la linea, e cavallo di battaglia, di tutto il movimento che si presenta innovotore rispetto alle forme classiche partitiche. Ci riferiamo al fatto che una delle cose che spesso Grillo ribadisce è proprio l’importanza delle scelte della base, ovvero le votazioni che avvengono attraverso il sito/blog di Grillo a testimonianza di una democrazia diretta partecipata. L’esito delle votazioni, presente nel blog del leader del M5S, tenutasi a fine ottobre 2014 (a cui ho partecipato essendo iscritta da anni), è sotto gli occhi di tutti: ben oltre 21.000 a favore, contro meno di 4.000 contrari; una vittoria dei sì schiacciante. Ora, ci chiediamo: dov’è questo rispetto della base? dov’è il rispetto dell’esito della votazione già avvenuta e della tanto decantata democrazia dal basso? Grillo scrive: Continua a leggere

Il V-Day c’è – L’avanzata del Movimento 5 stelle

logo movimento 5 stelleAl telegiornale, in occasione del quinto anniversario del primo V-Day dell’8 settembre 2007, dicevano che nelle piazze non c’era nessuno, pochi “grillini” ricordavano i 5 anni dal V-Day organizzato da Grillo e i ragazzi del meetup, gli stessi telegiornali che non parlavano e non parlano delle migliaia di cittadini che accorsero in piazza per firmare a favore della proposta di legge di iniziativa popolare e che portò allo straordinario risultato delle 350.000 firme raccolte. Il V-Day non è solo uno sfogo simbolico, ma soprattutto un atto concreto di democrazia diretta. All’epoca c’erano in tanti, c’erano tutti, ma proprio tutti; c’erano quelli che si mettevano “in primo piano” per portare avanti la battaglia, ma che sono spariti perché dopo sono andati a tirare per la giacchetta il politico di turno (amico di mamma e papà) quando il movimento di Beppe Grillo, dopo il secondo V-Day fallito, si è come chiuso in se stesso per abbracciare soprattutto singole battaglie locali. Grillo dal blog ha sempre “urlato”, mentre i meetup locali cambiavano assetto. Il movimento grillino, quindi, diventava Movimento 5 stelle con le prime liste civiche, ma la gestazione è stata lunga, il “virus” è stato lentamente e silenziosamente inoculato. Per farla breve, prendemmo una cittadina del Veneto e infine Parma e adesso il movimento, che sta andando verso le elezioni 2013, fa paura e, come tutto ciò che diventa seriamente pericoloso, inizia ad essere, altrettanto seriamente, infangato dagli avversari e non. La questione Favia non mi interessa. Favia o non Favia la democrazia, soprattutto quella che si dovrebbe esprime online, deve essere garantita, altrimenti il movimento in sé non avrebbe ragion d’essere.

Pochi giorni fa ho effettuato l’iscrizione ufficiale al movimento 5 stelle attraverso il sito di Beppe Grillo, l’ho fatto solo adesso che è investito pesantemente dalle critiche degli avversari politici e dei giornalisti politicizzati, ma anche dalle critiche e i dubbi insorti all’interno del movimento stesso. Ho deciso di iscrivermi adesso soprattutto perché considero troppo facile cavalcare l’onda del successo (V-Day 2007) quando tutto va bene, quando si hanno, in positivo, i riflettori su di sé e ci si fa anche, in funzione di questo successo, “la fotografia a braccetto con l’esponente politico di turno” o, addirittura, si tenta una carriera giornalistica dopo essersi attivati per il secondo V-Day, oltre ad aver bazzicato una scuola di formazione politica (pronti per creare una nuova generazione di politici di mestiere). Tutto ciò è inaccettabile e l’arrivismo è un comportamento che non ho mai sopportato! Ho deciso, quindi, di prender parte al lungo e difficile lavoro di costruzione dei punti del programma del movimento 5 stelle (almeno dove ritengo di avere qualche conoscenza per poter dare un contributo anche minimo). Adesso è il momento giusto per agire, per sostenere un progetto democratico e, in quanto tale, ambizioso. La democrazia diretta e partecipativa è un lavoro lungo e certosino, Grillo e Casaleggio lo sanno bene. Chi, quindi, vuole dare un contributo per eventuali proposte del programma, può farlo attraverso questa area del blog di Grillo.

Lauree e presunta abolizione del valore legale del titolo di studio

LaureaLa mia perplessità sull’abolizione del valore legale dei titoli di studio, punto 5 del programma sull’istruzione del Movimento cinque stelle, è estremamente forte. Persino il ministro dell’istruzione Profumo, del Governo tecnico Monti, ci ha provato. La ragione per cui si è arrivati a tale conclusione la si può ben dedurre dal post di Grillo che riporto in questo link, un post del lontano 2005. Sono palesemente schierata dalla parte del Movimento cinque stelle, non fosse altro per la natura diversa che lo contraddistingue, intendo non partitocratica, bensì popolare, di cittadinanza attiva, ma non è tutto giusto quello che si sforna da questo movimento e da Grillo e il suo staff.  Credere che la questione delle lauree pagate profumatamente (pensate, non c’era ancora il caso del figlio di Bossi quando il comico scrisse l’articolo) si possano risolvere abolendo in toto il valore legale  del titolo di studio è un errore che in Italia, che ha già grossi problemi, non possiamo permetterci. Si devono controllare severamente gli istituti sospetti, non rilasciando facilmente la licenza che conferisce il valore legale; insomma: non è facendo di tutta l’erba un fascio che risolviamo il problema. Non dimentichiamoci dei tanti e silenti studenti ed ex studenti (qui mi sento coinvolta) che la laurea se la sono sudata nel corso degli anni (anche fuori corso), non dimentichiamoci di chi ha studiato onestamente, non dimentichiamoci di chi ha fatto sacrifici e che si ritrova con un titolo di studio, pagato ad un prezzo ragionevole (vecchie tasse universitarie), che molto probabilmente, siccome l’Italia è l’Italia, non avrà molte occasioni per sfruttare adeguatamente e opportunamente le proprie conoscenze. Signor Grillo e company, a volte, se l’erba è marcia non è detto che necessariamente sia la radice ad esserlo. Il sistema scolastico italiano, fino a qualche anno fa, era uno dei migliori del mondo, lo scempio è iniziato con l’introduzione dei crediti (a riguardo qualche riga l’ho spesa), non perseveriamo con gli errori, ma riprendiamoci quel che di buono c’era e abbiamo, fra tante l’intelligenza dei giovani italiani che cercano sempre di più fortuna all’estero; ma un dubbio, a questo punto, mi sovviene: sarà che non sia l’istruzione ad essere inefficiente, bensì il sistema lavorativo e l’organizzazione del lavoro e che l’istruzione stessa, infine, funge da capro espiatorio di alcuni mali che affliggono l’Italia? Ai posteri l’ardua sentenza!