Fuori dal tunnel…

Oggi sono di buon umore anche se è cattivo tempo. Ieri sera ho passato una piacevole serata con amici e sto pian piano scoprendo il piacere di una nuova amicizia con una ragazza con cui mi trovo a mio agio a conversare. Trovare affinità, di questi tempi, non è facile visto la segatura che molti giovani e miei coetanei hanno in testa per via dei modelli sociali che la società dei consumi, come la nostra, inculca subdolamente e forse nenche tanto.

Spesso mi chiedo come la frase di una canzone di Nicolò Fabi: se è un obbligo invecchiare. Ho trent’anni e sinceramente non me li sento e molti considerano francamente che non li dimostro, io personalmente mi sento molto giovane solo con più coscienza o maturità. Soffro di meno rispetto al passato anche se certi casini non sono passati, durante l’adolescenza si è sempre scovolti, quella è davvero un’età difficile. Ma adesso mi sento meglio con me stessa. Ho fatto delle scelte, che più che scelte le definirei consapevolezze. Voglio lentamente e consapevolmente, per quanto mi sarà possibile, avvicinarmi all’idea di decrescita, anzi, non all’idea, un’idea è solo un’idea, ma vivere in un certo modo rendendo i valori della decrescita il mio stile di vita. L’eccesso, il consumo smodato sono in realtà, molto prima che la cultura della decrescita felice iniziasse a diffondersi, qualcosa che non ho mai nè condiviso, nè in realtà capito. La Valle degli Elfi ha come risvegliato quella scintilla che stavo facendo spegnere. Non ha senso per me l’obblico quasi sonnambolico di spendere i propri soldi “forzatamente” il sabato sera o venerdì, quale sia, in locali dispendiosi, trovo molto più piacevole riuscire a trovare qualcuno con cui conversare anche senza quell’idea quasi ossesionante del divertimento forzato. Questo mi ricorda una canzone di Caparezza. Insomma, niente più soggezione davanti al mondo o, per meglio dire, davanti alla società mondana, trovo bello e, soprattutto, di alto livello spirituale,  l’idea della consapevolezza che sia giusto anche indossare vestiti usati, che ovviamente ti stanno bene. Adesso non voglio fare il manifesto della decrescita o del benessere interno lordo, ci sono già gli appositi siti fra i link che ho inserito nel blog, ma credo sempre di più che qualcosa, quando la si è vissuta come esperienza dell’io e, quindi, come stile di vita (fin dove è possibile per la propria condizione), la si è dvvero fatta propria quando si è al punto di non essere in soggezione col mondo e, addirittura, promuovendo tramite la propria testimonianza, senza vergogna, quel che si è, quel che si vive. Spesso noi proviamo imbarazzo per quel che siamo naturalmente. Vi siete mai chiesti se chi vi è intorno, chi frequentate, sia se stesso? Un mio amico mi disse una volta: è normale, in fondo, chi è se stesso con le proprie particolarità, con le proprie differenze. Questa, adesso, è l’unica idea di normalità che la specie umana può permettersi perchè anche le pietre, o forse solo le pietre, lo sanno che la normalità non esiste, è solo una categoria astratta e quindi convenzionale.

Essere oggi trentenni, ma sentirsi adolescenti più maturi e meno ossesionati dall’idea di consumo-divertimento è davvero una sensazione piacevole. Anche il pensiero del lavoro lo vivo diversamnte; essere se stessi, quindi, viversi nella propria diversità di stile di vita, per me non significa non voler fare un cazzo o, ancor peggio, lavorare senza produrre, questo è furto, è mancanza di rispetto per chi un lavoro ti ha dato e per chi rischia nel proprio lavoro. Ma dare onestamente e, possibilmente, se sei fortunato, ricevere altrettanto onestamente, sarebbe davvero una condizione di benessere sociale e psichico per tutti. Sarà forse anche questa una buona condizione di felicità.

Spero che qualche puritano non si infastidisca di questa mia quasi dichiarazione di intenti o, se vogliamo definirla diversamente, confessione. Nella mia casa, il mio raggio d’azione, gli amici autentici saranno sempre i benvenuti.

4 Risposte

  1. Concordo pienamente con le tue idee.
    Nico!

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  2. 😉

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  3. Il pomeriggio in cui ho letto, o meglio che mi hai letto, questo post mi hai regalato, oltre che un importante momento di riflessione, un immenso sorriso. Inaspettato, vista la situazione,e di questo ti ringrazio con tutto il cuore, perchè ne avevo davvero bisogno.

    Le tue parole per me rappresentano sempre un soleggiato viale alberato, di qui viali pieni di panchine e fiori, non è una semplice metafora… è la più vera delle verità. Questo forse può capirlo solo chi ti conosce, e bene, perchè magari chi si sofferma a leggere le tue parole potrebbe quasi non crederci.. ” possibile che qualcuno gratuitamente rivolge a me il suo sguardo???” … si è sempre così scettici nei confronti dell’altro.

    Percepisco la forza delle tue parole, lo sforzo a cui esse ti hanno portato e la vitalità con cui ti affacci al mondo, ed è questo che più mi piace. Perchè solo la vita e l’amore per essa può portare con se emozione. Quella che provo ora, e che voglio condividere con te.

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  4. mmm la mente umana è talmente complessa che si potrebbe aprire una discussione anche solo su ‘cosa significa essere se stessi’. cioè: se stessi..ma chi? a seconda della situazione e dei pensieri che passano per la testa, si può essere in un modo o in un altro. quindi insoma…se stessi è difficile da definire :p

    cmq sono felice di questo post ^__^

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