L’abitudine di contrarre abitudini, ma c’è "l’alibi" della vita

Le chiese, è chiaro, sono un libero luogo di culto e di preghiera, ma non certo il luogo della fede perché il luogo della fede è l’Uomo.
Il luogo di preghiera, in quanto utile e importante per raccogliersi in sé, può porre la persona in preghiera in una situazione che se estremamente ritualizzata può far perdere gradatamente il coinvolgimento autentico dell’uomo. Ogni forma ritualizzata, in quanto è esteriore, ma non è detto priva di valore, è comunque tendenzialmente destinata a dissolversi nella stessa ritualità per semplice abitudine, come se impersonarsi in uno spazio e tempo cronologico seriale, tende a far perdere quel coinvolgimento assoluto che la fede necessita per sua natura di testimonianza. Per questa ragione la fede autentica non si può insegnare come se fosse una nozione, ma la si vive come Esperienza, un’esperienza che va esercitata, fors’anche negli stessi riti e che va equilibrata a seconda del proprio tempo originario. Ovvio che per ciò che concerne la fede, solo il Cristo sa se la stessa fede è degna di questo nome, è autentica, il Dio che solo sa, legge la purezza dei cuori.
Il mio discorso non vuole delegittimare le liturgie delle varie chiese, ma vuole porre in risalto che l’abitudine nella ritualità prolungata porta ad addormentare le coscienze, quando invece la fede autentica è vigilanza, particolarmente nella condizione esistenziale della tribolazione.

Fede come com-prendere, nel suo significato più proprio è – prendere con sè – la propria croce e, questo com-prendere, è tribolazione nella fede, è nel proprio tempo, attesa.
Dio non vuole i cuori alienati dei suoi figli, Egli è libertà, quando preghiamo non dobbiamo dare troppa importanza alla ritualità, essa diviene alienazione, l’alienazione è dipendenza da un tempo seriale che è il tempo meccanico, la Fede invece è al di là del tempo. Cosa conta il gesto rituale? Dio conosce già la purezza del cuore di chi in Lui confida e nella Fede andrà al di là del tempo alienante. Chi crede si affida a Dio nel Suo tempo, un tempo indefinito dall’uomo, il tempo che è altro, alibi della vita.

Rosalinda Maggio

Il significato della parola alibi, oltre a quello comune di attenuante, è in latino: altrove, altro, che qui intendiamo non un comune aldilà, ma un tempo diverso dal tempo spazializzato.

Una Risposta

  1. […] quell’abitudine di contrarre abitudini (di cui ho già “discorso” trattando la questione religiosa) che ci fa macchine aliene nell’accettazione acritica delle usanze, delle tradizioni, anche […]

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